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A HUMAN SONG

ideazione di / concept by Chiara Frigo

mentoring / Monica Gillette

consulenza drammaturgica / dramaturgical advice Riccardo de Torrebruna

consulenza artistica / artistic advice Maru Rivas, Giovanna Garzotto

cura del progetto / project curated by Nicoletta Scrivo

produzione / production Zebra Cultural Zoo

la ricerca è avvenuta nell'ambito di/ the research place as part of Choreography Connects,  un progetto di CoisCéim Broadreach (Irlanda), il CSC/Comune di Bassano (Italia) e Le Gymnase CDCN a Roubaix (Francia)

con il sostegno di/ with the support of Teatro Civico di Schio


 

IT A Human Song si inserisce in una ricerca rivolta ai temi della spiritualità nell’arte, che qui diventa una performance epica di comunità. Un evento poetico che considera la potenza dei corpi, una marea umana che attraversa l'azione meditativa di camminare e correre insieme, sostenersi, accompagnarsi al suolo, ribellarsi e rialzarsi. Nel progetto A Human Song, che si ispira all'azione del girovagare (Gnaskor), non c'è alcun punto di arrivo. Mentre l’Occidente sembra mirare al raggiungimento di una vetta, la cultura tibetana si concentra sulla tematica della ciclicità: se da un lato si scalano montagne e si conquistano traguardi, dall'altro si percorre un cammino in cui si tracciano cerchi restando alla base, nelle valli.

La performance si fonda su un unico movimento spaziale, un'onda umana che si muove da un lato all'altro della scena, per poi ricominciare, in una ciclicità individuale e collettiva. A Human Song  prevede il coinvolgimento di 30-50 cittadin* di diverse età, culture e appartenenze, riuniti negli spazi sociali, politici e artistici del territorio. A seconda del contesto si può tradurre in un evento di durata in uno luogo pubblico o in un ambito teatrale. Attraverso uno “score coreografico” artist* e comunità locali si incontrano con il fine di condividere percorsi di creazione collettiva.  Il Progetto incorpora in una performance l’esigenza di cambiamento che ogni essere umano porta con sé, e si prefigge di attivare processi di generazione di comunità temporanee, di cura e di inclusione.

EN A Human Song is part of a pursuit regarding themes of spirituality in art, which here becomes an epic community performance. A poetic event that considers the power of bodies,a sea of humans that travels through the meditative action of walking and running together, supporting one another, accompa- nying one another to the ground, rebelling and standing back up. The performance is inspired by the action of wandering (Gnaskor) in which there is no point of arrival. While the West seems to aim at reaching a moun-taintop, Tibetan culture focuses on cyclicity: while on the one hand people climb moun- tains and achieve goals, on the other people tread a path in which circles are drawn whilestaying at the base, on the valley.

The performance is based on a single spatial movement, a human wave that moves from one end to the other of the scene, and then starts again, within an individual andcollective cyclicity. The show involves 30 to 50 citizens of various ages, cultures and backgrounds, who gathered in social, political and artistic areas of the local area. Based onthe context it can become an event in a public place or in a theatre. Through a choreographic score, artists and local communities meet to share pathways of collective creation. A performance to highlight a need for change that all human beings have within them- selves, and commits to activating processes to create temporary communities, to take careof one another and be inclusive.

 

 

Senza mai arrivare in cima, viaggio in Himalaya, Paolo Cognetti

“Peter aveva usato una parola ben precisa per il suo viaggio “Gnaskor,  ovvero girovagare: così vengono definiti i pellegrinaggi in Tibet”. Un pellegrinaggio è in ogni cultura un cammino di purificazione, però nel girovagare, nel camminare in tondo, non c’è alcun punto di arrivo che invece è fondamentale nei pellegrinaggi che intendiamo noi, senza una meta  come si sa quando si è raggiunta la purezza? (…) Mi ricordai che invece il più importante pellegrinaggio tibetano consiste nel  compiere un giro intorno al monte Kailash, che per quella cultura è sacro.  Kora  in tibetano,  circumambulazione  in italiano: i cristiani piantano croci in cima alle montagne, i buddisti tracciano cerchi ai loro piedi. Trovavo della violenza nel primo gesto, della gentilezza nel secondo; un desiderio di conquista contro uno di  comprensione.”

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